GRAVINA IN PUGLIA

Gravina in Puglia – Città della provincia di Bari (da cui dista 57 km.), situata nella fossa premurgiana, al confine con la Lucania, a 350 m. di altezza. Il centro sorge sugli orli di uno di quei profondi burroni che sono scavati sul fianco delle Murge nel versante ionico e che sono detti gravine.

Il burrone, che si è formato per erosione superficiale e raccoglie le acque solo nei periodi piovosi, incide strati di tufo, che sono stati dall’uomo, specie nel Medioevo, sforacchiati e destinati ad abitazioni (trogloditiche).

La popolazione di Gravina, calcolata in 8000 ab. alla fine del sec. XVIII e censita in 14.125 nel 1861, contava 21.185 ab. nel 1921 (dei quali 19.243 nel centro capoluogo e 650 a Poggiorsini), 20.765 ab. nel 1931.

Il territorio di Gravina, uno dei più vasti della Puglia (424 kmq.), è dato prevalentemente a cereali e, nelle zone più alte, a pascoli; è peraltro pure coltivato a vite e a ulivo; nella parte meridionale sono ancora largamente diffusi il bosco e la macchia. È molto antica l’industria dei latticini (provoloni). La stazione ferroviaria di Gravina sorge sulla linea Gioia del Colle-Spinazzola.

Ponte Acquedotto

Madonna della Stella

Monumenti. – Singolarissime sono le chiese-grotte fra cui la più notevole è quella di San Michele, a cinque navate con pilastri quadrati, tutta scavata nella roccia tufacea.

Avanzi di affreschi bizantineggianti sono ancora visibili, ma più riconoscibili sono nell’abside della grotta della Madonna della Stella (Ss. Nicola e Pietro del sec. X circa), come pure in quella di San Vito Vecchio e nella Grotta di Tota (maestosa figura palliata del Salvatore).

Il monumento più notevole è la cattedrale: fondata nel 1092 da Unfrido d’Altavilla, e poi ampliata (1420) e rifatta (1497), conserva della nativa costruzione romanica un bel rosone nel fianco destro in alto e un altro sulla facciata incompleta nei portali; ed elementi romanici si ritrovano nell’interno tutto intonato a schemi architettonici quattrocenteschi.

Di bell’intaglio sono il coro ligneo cinquecentesco e in sagrestia un armadio del 1561. Di origine romanica è pure l’austero chiostro di San Sebastiano con massicci pilastri cruciformi sorreggenti le arcate del porticato. Di modi cinquecenteschi è nella chiesetta conventuale di Santa Sofia il mausoleo di Angela Castriota Orsini (m. 1518).

Oltre il notevole museo Pomarici e la chiesa di S. Francesco (Rinascimento) destano interesse su un poggio presso Gravina le rovine del castello di Federico II, costruito, secondo il Vasari, a uso di “parco per uccellagione” da Fuccio, architetto e scultore fiorentino, nel 1231.

Chiostro San Sebastiano

Castello Svevo